Studenti dell’IC “Vincenzo Monti” affrontano dipendenze tecnologiche con l’aiuto di Paolo Nanni e della dottoressa Valeria Cegna dell’Ast Macerata. Focus sulla nomofobia e suggerimenti per prevenire le dipendenze

POLLENZA – martedì 9 aprile dipendenze tecnologiche e iperconnessione sono stati i temi affrontati da studenti e studentesse delle classi prime e seconde della Secondaria di Primo Grado “Vincenzo Monti”. L’incontro ha visto salire ‘in cattedra’ la dottoressa Valeria Cegna, psicologa e psicoterapeuta dell’associazione GLADAD, e Paolo Nanni, comunicatore e operatore del dipartimento delle dipendenze patologiche dell’Ast Macerata.

Il funzionamento del cervello, i danni irreversibili derivanti dalle dipendenze da social network, ma anche i cambiamenti e i nuovi stili di vita con benefici e rischi ad essi legati sono stati al centro della discussione con i ragazzi.

La riflessione sulle dipendenze digitali è poi proseguita in serata alle 21.00 con i genitori degli alunni dell’istituto Monti, chiamati a riflettere sulla nomofobia che coinvolge adulti e ragazzi, cioè la paura di “rimanere sconnessi e lontani dalla rete”. Il termine ‘nomofobia’, infatti, è utilizzato generalmente per descrivere una condizione psicologica che può svilupparsi in quei soggetti che manifestano l’irrazionale timore oppure la paura di rimanere ’allontanati’ dalla possibilità di restare ‘collegati’ mediante il proprio smartphone. Sono intervenute oltre alla dottoressa Cegna, la dottoressa laura Meloni, psicologa del GLATAD e la dottoressa Federica Paciaroni, psicologa dell’associazione Berta ’80.

L’utilizzo costante dello smartphone comporta un grave calo di memoria e di attenzione. ‘Una ricchezza di informazioni genera una povertà d’attenzione’ diceva Herbert Simon e di conseguenza, questa ricchezza di informazioni porterà ad un abbassamento del livello di attenzione. Ansia, agitazione, disorientamento, tachicardia e tremore sono alcuni dei sintomi osservabili.

La prevenzione di comportamenti a rischio- afferma il dirigente scolastico Federica Lautizi- è una priorità importante perché la comunità educativa aiuti unita i ragazzi a sviluppare un pensiero critico su queste tematiche e affinché gli stessi genitori riprendano il “loro ruolo” con una maggiore consapevolezza.